martedì 5 febbraio 2013

L'accoglienza a Van (part.3)



Oggi è un giornata grigia, a tratti piove, il cielo è basso come un coperchio pronto a calare su noi.
Sotto casa ci sono stati dei litigi, incomprensioni, abbiamo corpo e mente stanchi, lo stress si fa sentire e la nostra pazienza inizia ad incrinarsi, non abbiamo un posto dove andare nè sappiamo cosa fare.

In questi giorni è festa, tutto è chiuso e le strade son deserte.
Abbiamo dei numeri da contattare  e un indirizzo ma non un telefono con cui poter chiamare nè una mappa con cui poterci orientare.
Chiediamo a tutti i passanti che incrociamo, nessuno sa dove sia.
Tra i tanti, fermo un gruppo di ragazzi, anche loro non sanno dov'è la via, ma decidono di aiutarci a tutti i costi, chiamano i numeri che abbiamo segnato ma nessuno risponde.
Quando apprendono che siamo in cerca di un posto in cui riposare si organizzano e si dividono in gruppi, noi andiamo con alcuni di loro, ci portano a mangiare mentre gli altri girano la città chiedendo ovunque e cercando un posto in cui farci dormire.
Finito l'abbondante pranzo, (consistente in un enorme panino con dentro piccole polpette fritte dette
köfte, pomodori, cetrioli, prezzemolo e spezie piccanti) prendono le nostre borse e ci accompagnano in un hotel trovato li vicino, hanno convito il proprietario a farci uno sconto, ma sarà solo per oggi, domani sono sicuri di poterci trovare un posto migliore.
Ci lasciano per farci riposare con la promessa di vederci l'indomani e fare insieme un giro in città e dopo andare a pranzo da loro in occasione del
kurban bayramı.
Posiamo le borse, ci sistemiamo, ma invece di riposare scappiamo via per visitare la città, abbiamo tutta la notte per dormire e non possiamo permetterci di sprecare un giorno nonostante la stanchezza si faccia sentire.
Non proprio puntualissimi l'indomani vengono a prenderci.
Andiamo a fare colazione sulla strada che porta al castello, facciamo amicizia e ci raccontano di essere autisti di minibus o strilloni ( per ogni autobus c'è qualcuno che come in un mercato, urla per strada il nome delle città in cui ferma il bus).
Finita l'abbondante colazione ci dirigiamo verso il grande castello di Van, restaurato brutalmente di fresco, in maniera invasiva.
Ci divertiamo un sacco, tante risate e tante foto, il castello è grande, domina tutta la città e vi si può ammirare un meraviglioso e variegato paesaggio tra cime montuose spruzzate di bianco e il turchino lago di Van, che sembra un mare.
Finito il lungo giro del castello ci dirigiamo a piedi verso casa loro, per pranzare come la tradizione del
kurban bayramı vuole, prima ovviamente conosciamo tutta la famiglia e poi aspettiamo in salotto che il pranzo (ormai diventato cena) sia pronto, stendono una tovaglia sopra il tappeto e apparecchiano con tante leccornie, tra cui oltre l'immancabile riso e l'onnipresente carne di pollo, si fa spazio anche un po' di carne d'agnello.
Anche qui ci divertiamo e scherziamo molto, infinite serie di foto e finita la cena andiamo via, sempre in loro compagnia, ci hanno preparato una sorpresa.
La famiglia ci saluta con calorosi arrivederci.
ci portano ad un angolo di strada e aspettiamo, è già buio da un po' ma non è tardi, chiediamo ma loro ci dicono trepidanti di aspettare, fino a quando dalla strada arriva un minibus con la radio a tutto volume che con un inversione ad U si ferma d'avanti a noi, sono gli altri ragazzi che erano andati via una decina di minuti prima, saliamo su con la radio al massimo che (non so perchè) riproduce sempre la stessa canzone,  ci fermiamo e andiamo correndo ad un incrocio in cui si sta festeggiando una festa nuzziale ci infiltriamo, balliamo per un po' ma quando si accorgono della nostra presenza scappiamo subito via, serata indimenticabile fino alla fine quando, dopo aver contattato un couchsurfer disposto ad ospitarci, ci assicurano e in un certo modo impongono che
prima hanno bisogno di capire se è una persona per bene, in caso contrario rimarremmo a casa loro.
La scena a cui assistii farebbe invidia ai migliori film:
Il nostro bus accosta in un vicolo secondario buio ed isolato, aspettiano tutti dentro che l'uomo giusto arrivi, le luci arancioni e soffuse dei pochi lampioni che illuminano la zona servono a stento a delineare le ombre di chi si muove fuori in strada.
Quando capiscono che la persona che aspettavamo si avvicina scendono velocemente e ci raccomandano di star dentro, lo circondano e con aria intimidatoria iniziano a fargli domande, ma lui appare tranquillo e riesce a passare l'esame.
Rassicurati che sia uno di cui potersi fidare ci salutiamo con affetto, come amici di lunga data, e come ormai ci è d'abitudine infinita gratitudine per tutto quello che hanno fatto per noi.
hanno trasformato con la loro allegria e disponibilità quello che stava per diventare un incubo in dei giorni indimenticabili.




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