martedì 25 settembre 2012

Sequestro ad Adana



Siamo in una piccola e stretta spiaggia, sempre a yumurtalik, questa volta però il paesaggio è più interessante, in acqua si spande una piccola scogliera, qualche roccia che forma una grande vasca naturale, l'alba illumina tutto pian piano e il mare è irresistibilmente bello sotto i raggi del sole che passano radenti sulla sua superficie, mi rimetto il costume e mi tuffo, una nuotata per ridistendere i muscoli dopo una notte molto inquieta.
Dopo il bagno ripartiamo, meta Adana. Ci rimettiamo in strada, ci risepariamo in 2 gruppi e camminando mostro agli automobilisti il pollice e un sorriso, che è sempre rassicurante.
Si ferma un uomo sulla 50ina, ci dice che può portarci all'uscita per Adana, lì sarà più facile trovare qualcuno che va in città, saliamo, chiacchieriamo un po' durante il viaggio, solite domande di rito, ''da dove venite? che fate? dove andate?'' ci chiede se vorremmo un caffè, si ferma nel suo ufficio e prepara 3 nescafè bollenti; Ha una piccola ditta che (non ho capito in che modo) ha a che fare con le pannocchie e il mais, ci mostra le città da visitare in turchia cancellando con perizia Diyarbakir dalla mappa, fatti i saluti e i ringraziamenti ci fa accompagnare all'incrocio da un suo dipendente. Prendiamo un camion che ci accompagna fino alle porte di Adana, dove purtroppo lui non può entrare.
Qui conosciamo Tayfun, è lui che ci da' un passaggio insieme ad un suo amico fino ad Adana, corre come un pazzo, manovre azzardate e sorpassi in tutte le direzioni.(scoprirò in seguito che questo è lo stile di guida turco) accompagna il suo amico a lavoro (guida il bus della scuola), e poi si dedica completamente a noi, sono le 10:30 e ci chiede se abbiamo fame, vorremmo dir di no, ma insiste nel dirci che penserà a tutto lui, ci porta nel suo negozietto, dove vende un po' di tutto: alcool, caramelle, sigarette, patatine, gelati e coca cola; ci fa portare un tè e subito dopo ci ordina un kebap, il tipico Kebap di Adana, ha 3 grandi piadine, carne che, dal gusto, suppongo sia di pecora o capra, peperoni, insalata di cipolla e pomodori. lo mangiamo a forza, nessuno di noi ha fame, e nonostante sia veramente molto buono, la situazione non ci permette di gustarlo veramente fino in fondo, ci fa bere Ayran, lo yogurt liquido con cui vengono accompagnati tutti i pasti e ci ordina un altro tè, dicendo che dopo mangiato è più buono.
Stiamo per scoppiare, l'imbarazzo cresce, siamo serviti e riveriti, ma seduti tutti in silenzio con le mani in mano. finalmente dopo il terzo tè andiamo in centro per incontrare l'altro gruppo di autostop.
Tayfun si è affezionato molto, ci propone di aspettare fino a sera con lui per vedere la città e poi sarà lui ad accompagnarci di nuovo a Gaziantep, ma il ragazzo turco che è con noi ha bisogno di tornare presto, Tayfun ci convince però ad andare a trovare il padre, che tiene molto a presentarci, ha un negozio di telefonia in un grande centro commerciale; anche qui altro tè e altro silenzio imbarazzante fino a quando non riusciamo a liberarci da questo insolito sequestro curdo. ci porta in autostrada, e salutiamo la città vista solo dal finestrino della macchina.
 A caricarci stavolta è un camionista di 23 anni che ci porterebbe non a gaziantep ma un po' più vicino che ad Adana.
L'altro gruppo invece sale su un altro camion, ci sorpassano, e inizia la corsa, il nostro autista è deciso a raggiungere l'altro, ci ritroviamo in questa sfida particolarmente insolita tra sorpassi e colpi di clacson fino a quando non raggiungiamo l'altro, il nostro autista lo fa accostare con gesti fatti tra una vettura e l'altra, dopo esser sceso spiega all'altro dove dobbiamo andare, che lui fà un'altra strada, e lo convince a caricarci tutti e 6, dentro stiamo stretti e l'autista non fa altro che litigare urlando con la moglie al telefono.
A causa di limiti che ancora non comprendo, percorriamo tutta la strada ad una velocità media di 30km/h salvo qualche picco di 80, dopo tante ore di urla e di caldo arriviamo, stremati, a casa.
Abbiamo capito come funziona, siamo pronti la prossima settimana per un altro viaggio, non sappiamo ancora bene dove, ma non possiamo più farne a meno, questo è l'unico modo per evadere dalla noia di una città senza vita.

martedì 18 settembre 2012

Autostop per Yumurtalikı, la città delle uova.


Passati già 4 giorni in città, si prospettano 2 giorni completamente liberi. Che fare?
Dato il caldo quasi insostenibile propongo di andare a mare nel posto più vicino e carino.
Ci ritroviamo in 6 per andare a Yumurtalikı a circa 190km in linea d'aria da Gaziantep. Mezzo di trasporto a disposizione? Autostop.
Prendiamo un autobus per l'autostrada e poi divisi in 2 gruppi da 3 via coi pollici alzati.
Le macchine scorrono, c'è chi si scusa, c'è chi accelera, chi volta lo sguardo, c'è addirittura qualcuno che si ferma per scusarsi di non poterci aiutare e finalmente qualcuno che ci invita a salire.
Non trovando nessuno che vada così lontano, andiamo per tappe, molti ci aiutano portandoci nei posti migliori per l'autostop, i più disponibili sono i camionisti, viaggiatori instancabili e solitari che sono ben contenti di poter aiutare qualcuno e nel frattempo poter percorrere in compagnia un tragitto che in alternativa avrebbero fatto da soli.
Mentre stiamo per salire su un camion che và proprio vicinissimo a Yumurtalikı, si accosta a noi un altro camion, è il fratello dell'autista, che fa la stessa strada e ci invita a dividerci tra le 2 vetture,  vado io con lui, salgo su quest'altro camion messo abbastanza male, siamo io e lui da soli e ci aspettano 3 ore di viaggio, io non parlo turco e lui non parla inglese, se non qualche parola, ma alla fine riusciamo a capirci lo stesso.
 E' Curdo ed è la prima cosa che mi dice, un Curdo Turco, il primo che incontro, ha una faccia simpatica, un bonaccione, mi descrive le coltivazioni che strada facendo incontriamo, mais, cotone, pistacchio e mi suggerisce i posti in cui sono migliori. Improvvisamente si getta a destra, accosta dietro un altro camion e scende, che fa? che faccio? mi intimorisco un po', dal vetro non riesco più a vederlo.
Ma ecco che spuntando, risale con 2 buste di uva da offrirmi, perchè poco prima avevo rifiutato dei cetrioli. Ad un area di servizio riscende mi chiede se devo andare in bagno indicandomi dov'è, mentre lui va a comprarmi una coca cola (non richiesta).
Durante il viaggio iniziamo a capirci, lui mi fa ascoltare delle canzoni curde, mi dice che questo cantante è un po' come Pavarotti per gli italiani, mi racconta ridendo la storia di un incidente che ha avuto con il camion, i freni non funzionavano e si è ribaltato esattamente nel tratto di strada che stiamo percorrendo in quel momento, io gli racconto un mio viaggio col camion in sicilia, e lui tiene ad assicurarmi che il camion adesso va bene e non ha problemi, alla fine finiamo a parlare di camion e delle migliori case produttrici, mi mostra la foto di suo figlio e ci scambiamo lezioni di lingua, non so esattamente in che modo ci siamo riusciti, io in italiano e inglese, lui in turco e in curdo. il tempo passa in fretta, ci divertiamo e alla fine arriviamo a destinazione prima di quanto mi aspettassi.
L'altro autista aveva incontrato e caricato per strada l'altro gruppo con cui eravamo partiti e per un po' di strada si son trovati in 6 persone in un camion, nell'altro gruppo c'è anche un ragazzo turco che ci accompagna, avendo grossi pregiudizi sui curdi decide che è più sicuro scendere prima e fare un'altro autostop. I fratelli curdi però insistono per offrirci un tè, non accettare è ineducato.
Continua l'autostop fino al mare. una spiaggetta poco pulita, acqua caldissima, i turchi non hanno molto senso della pulizia ambientale, affascinante solo per un' isoletta in mezzo al mare con un castello in cui sventola la bandiera rossa con la mezza luna.
Fa una certa impressione vedere alcune donne o ragazzine fare il bagno completamente vestite e con il velo.
In serata ci spostiamo verso un altro castello, sulla terraferma stavolta, incontriamo un pellicano che adora far le carezze ad un cane randagio, un uomo chiamandoci dal tavolino del bar a cui è seduto a bere del çay (tè), ci fa vedere dal suo iphone un video in cui il pellicano fa il solletico con delicatezza al cane messo a pancia in giù  per godersi le coccole. Un paio di foto e continuiamo il viaggio...
 



(anche oggi comunque, il cibo ha lasciato a desiderare)



mercoledì 12 settembre 2012

Viaggio verso Gaziantep, la terra del pistacchio.

Un' ultima occhiata dall'aereo per Istanbul all'Italia, è partito, tra poco sarò in Turchia.
Un paese per me fino a poco tempo fa quasi sconosciuto, ho avuto un mese per informarmi con le scarse informazioni che sono riuscito a trovare e tra poche ore, vi metterò piede.
L'aereoporto di Istanbul è molto moderno, poco affascinante, ma per me è solo uno scalo, riparto per Gaziantep, la città del pistacchio, nel sud est della turchia a pochi chilometri dal confine con la Siria. Fa molto caldo e nella strada che collega l'aereoporto alla città, si alternano i profumi degli alberi la sera e la puzza di probabili fogne a cielo aperto.
Luci e insegne luminose, negozi chiusi e poca gente che passeggia, sono le 23 e la città non è come la immaginavo.
Ci siamo ripresi dal viaggio estenuante,  primo vero giro in città, prendiamo un piccolo bus azzuro e bianco, l'autista che guida (un po' come tutti i turchi che guidano) è un pirata della strada, alla vista di gente che sta per attraversare, in genere si accelera, ha un pellicciotto bianco sul cruscotto e un'altro viola con dei brillantini per tappetino, il cambio ricamato con delle perline colorate, delle luci blu che illuminano il posto di guida e l'occhio di allah che dondola appeso allo specchietto e che ti guarda sempre e ovunque dall'alto. non c'è biglietto, la gente che sale dà direttamente i soldi all'autista che mentre guida li conta, li ordina a seconda del taglio e da' il resto, se la persona che sale non può raggiungerlo si vedrà un passaggio di soldi che va' di mano in mano dalla fine all'inizio del bus e se c'è il resto, torna indietro ripercorrendo le stesse mani, in questo modo, se si è avanti, si può passare tutto il viaggio a dare e rendere soldi.
La cucina di Gaziantep è differente dal resto della turchia e molto famosa nel paese, le sue pietanze sono influenzate dai paesi orientali a cui è vicina, molto speziata e piccante o se si parla di dessert di una dolcezza inquietante.
Quasi tutti i dolci sono a base di pistacchio (specialità tipica della provincia) molto buoni ma mai quanto quelli di Bronte.
La prima sera in cui ci diedero il benvenuto e ci offrirono del pistacchio, chiesi al ragazzo turco che ci accolse se conosceva Bronte, gli spiegai che era una città siciliana tipica anche lei per il pistacchio.
Con malcelato orgoglio e mezzoubriaco mi disse che l'Italia poteva avere la Pasta, la Pizza ma almeno il pistacchio era loro specialità, acconsentì, perchè come si dice da noi, la ragione si da ai pazzi :))
In questi giorni abbiamo iniziato i giri per i supermercati, vedere qual è il meno caro e capire cosa comprare per cucinare a casa, mai come in questi giorni ho rimpianto il maiale, senza pancetta  COME FACCIO A FARE LA CARBONARA????