Siamo in una piccola e stretta spiaggia, sempre a yumurtalik, questa volta però il paesaggio è più interessante, in acqua si spande una piccola scogliera, qualche roccia che forma una grande vasca naturale, l'alba illumina tutto pian piano e il mare è irresistibilmente bello sotto i raggi del sole che passano radenti sulla sua superficie, mi rimetto il costume e mi tuffo, una nuotata per ridistendere i muscoli dopo una notte molto inquieta.
Dopo il bagno ripartiamo, meta Adana. Ci rimettiamo in strada, ci risepariamo in 2 gruppi e camminando mostro agli automobilisti il pollice e un sorriso, che è sempre rassicurante.
Si ferma un uomo sulla 50ina, ci dice che può portarci all'uscita per Adana, lì sarà più facile trovare qualcuno che va in città, saliamo, chiacchieriamo un po' durante il viaggio, solite domande di rito, ''da dove venite? che fate? dove andate?'' ci chiede se vorremmo un caffè, si ferma nel suo ufficio e prepara 3 nescafè bollenti; Ha una piccola ditta che (non ho capito in che modo) ha a che fare con le pannocchie e il mais, ci mostra le città da visitare in turchia cancellando con perizia Diyarbakir dalla mappa, fatti i saluti e i ringraziamenti ci fa accompagnare all'incrocio da un suo dipendente. Prendiamo un camion che ci accompagna fino alle porte di Adana, dove purtroppo lui non può entrare.
Qui conosciamo Tayfun, è lui che ci da' un passaggio insieme ad un suo amico fino ad Adana, corre come un pazzo, manovre azzardate e sorpassi in tutte le direzioni.(scoprirò in seguito che questo è lo stile di guida turco) accompagna il suo amico a lavoro (guida il bus della scuola), e poi si dedica completamente a noi, sono le 10:30 e ci chiede se abbiamo fame, vorremmo dir di no, ma insiste nel dirci che penserà a tutto lui, ci porta nel suo negozietto, dove vende un po' di tutto: alcool, caramelle, sigarette, patatine, gelati e coca cola; ci fa portare un tè e subito dopo ci ordina un kebap, il tipico Kebap di Adana, ha 3 grandi piadine, carne che, dal gusto, suppongo sia di pecora o capra, peperoni, insalata di cipolla e pomodori. lo mangiamo a forza, nessuno di noi ha fame, e nonostante sia veramente molto buono, la situazione non ci permette di gustarlo veramente fino in fondo, ci fa bere Ayran, lo yogurt liquido con cui vengono accompagnati tutti i pasti e ci ordina un altro tè, dicendo che dopo mangiato è più buono.
Stiamo per scoppiare, l'imbarazzo cresce, siamo serviti e riveriti, ma seduti tutti in silenzio con le mani in mano. finalmente dopo il terzo tè andiamo in centro per incontrare l'altro gruppo di autostop.
Tayfun si è affezionato molto, ci propone di aspettare fino a sera con lui per vedere la città e poi sarà lui ad accompagnarci di nuovo a Gaziantep, ma il ragazzo turco che è con noi ha bisogno di tornare presto, Tayfun ci convince però ad andare a trovare il padre, che tiene molto a presentarci, ha un negozio di telefonia in un grande centro commerciale; anche qui altro tè e altro silenzio imbarazzante fino a quando non riusciamo a liberarci da questo insolito sequestro curdo. ci porta in autostrada, e salutiamo la città vista solo dal finestrino della macchina.
A caricarci stavolta è un camionista di 23 anni che ci porterebbe non a gaziantep ma un po' più vicino che ad Adana.
L'altro gruppo invece sale su un altro camion, ci sorpassano, e inizia la corsa, il nostro autista è deciso a raggiungere l'altro, ci ritroviamo in questa sfida particolarmente insolita tra sorpassi e colpi di clacson fino a quando non raggiungiamo l'altro, il nostro autista lo fa accostare con gesti fatti tra una vettura e l'altra, dopo esser sceso spiega all'altro dove dobbiamo andare, che lui fà un'altra strada, e lo convince a caricarci tutti e 6, dentro stiamo stretti e l'autista non fa altro che litigare urlando con la moglie al telefono.
A causa di limiti che ancora non comprendo, percorriamo tutta la strada ad una velocità media di 30km/h salvo qualche picco di 80, dopo tante ore di urla e di caldo arriviamo, stremati, a casa.
Abbiamo capito come funziona, siamo pronti la prossima settimana per un altro viaggio, non sappiamo ancora bene dove, ma non possiamo più farne a meno, questo è l'unico modo per evadere dalla noia di una città senza vita.